Modifica alle intercettazioni. Regalo alla Casta e alla Mafia
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Sono poche migliaia le persone intercettate annualmente dalla magistratura. Circa 60.000, che su una popolazione di circa 60 milioni, stabilisce il rapporto di 1 a 1000. Se poi si tiene conto dell'alto tasso di disonestà del nostro Paese, dell'elevatissima corruzione (una metastasi come l'ha chiamata la Corte dei Conti) e della presenza di una criminalità organizzata (ben quattro mafie diverse), si capisce come 1 su 1000 sia un rapporto assolutamente tollerante. E allora perchè il governo propone di limitare le intercettazioni? Perchè invece di discutere della pesantissima crisi economica (che da 1 anno e mezzo sta ribaltando le certezze di mezzo mondo e producendo milioni di disoccupati), delle azioni concrete e vere per ridurre i costi della politica, di mettere fine alla vergognoa evasione fiscale (120 miliardi di euro/anno!!), di abolire i tanti enti inutili e spreconi del denaro dei contribuenti, le intercettazioni sono in cima all'agenda della politica? Perchè sono state intercettare persone semplici, cittadini che vivono la loro vita normalmente ? No. Hanno beccato esponenti politici con possibili indizi di reato ed ecco che la Casta, nella fattispecie la maggioranza di centro-destra, chiede di limitare l'azione della magistratura. Ma alcuni anni fa fu anche il centro-sinistra, con l'allora ministro Mastella, ad avanzare una proposta che se possibile era anche peggio di quella in discussione oggi. Tra le misure che adesso il governo propone c'è il tempo massimo di durata delle intercettazioni. Se il boss mafioso o il delinquente di turno è intercettato, occorre che "si palesi colpevole" entro un certo periodo (60 giorni), altrimenti il magistrato deve lasciare perdere. Una follia, perchè le indagini come spesso accade potrebbero durare mesi. L'altra misura è l'impiego di tre magistrati per decidere se avviare o meno l'intercettazione. Uno spreco di uomini e di costi. Ora, se il problema è evitare che le intercettazioni riempiano i giornali, basterebbe evitare la fuga di notizie. Ma che senso ha bloccare le indagini ? Ce lo ha ricordato anche il governo americano : le intercettazioni così come sono, vanno bene, sono efficaci nella lotta alla crimimalità. Del resto quasi l'intera informazione è in rivolta, così come largi strati della società civile. Semmai il problema è accellerare la giustizia e qui certamente parte della responsaibilità è dei magistrati, taluni forse poco produttivi, ma la colpa è anche dei governi che nel tempo hanno sempre dedicato al budget della giustizia scarse risorse. E poi, se si fossero impedite le pubblicazioni sulla stampa delle intercettazioni, avremmo saputo del caso Moggi, del caso DS-Unipol, del caso Berlusconi-Agcom, del caso G8-L'Aquila-Bertolaso etc etc ? Come si fa ad avere fiducia negli intenti del governo quando l'on Santanchè, di cui fa parte, ha detto che va rispettata la privacy dei mafiosi ? A quando il rispetto per gli onesti e per la giustizia ? Del resto per capire il favore alle mafie che provocherebbe la modifica alle intercettazioni telefoniche, basta ricordare quanto ha detto pochi giorni fa Antonino Di Matteo, magistrato della Direzione distrettuale antimafia, durante un intervento davanti alle forze dell'ordine, magistrati e oltre 200 studenti. La legge in discussione, ha affermato "provocherebbe un arretramento sostanziale nella lotta alla mafia. La sordina al lavoro giornalistico e alle indagini della magistratura equivale al silenzio sui fatti di mafia che è sempre stato l’obiettivo primario di Cosa Nostra. Sono cresciuto con indagini giornalistiche che forse domani non potrete più leggere. Il silenzio su un’indagine, il fatto di non poter neppure pubblicare la notizia e il terreno di cultura della mafia e di insabbiamenti di ogni genere. C’è chi vuole sudditi che non devono conoscere, capiore, essere informati ma essere insufflati e diretti dal politico di turno". Siamo avvisati, non possiamo fare finta di niente. .... .........................................................29/5/2010